Bere: infinito del verbo vivere

Stavolta la frase è mia, e dall'alito si sente.
Chi il vino lo ama con passione lo beve, chi lo teme come una gran signora lo degusta. Poi, come per parlar di donne nell'intervallo della partita, a volte ne scrive. Io non ne so scrivere, al parlar DI donne ho sempre preferito parlar CON donne. Ma ci sono dialoghi che ti prendono una vita, come bicchieri di cui non intravedi mai il fondo.
E ieri sera, tra amici e qualche coraggiosa signora abbiam parlato di senso della vita, cercando di dare una sequenza a delle bottiglie di barbera.

La barbera, rigorosamente femmina, e madama piemontese alla stregua della Josephine (Rouge) in basso a sinistra nella foto.
Bassino (per quel che ricordo, neppure l'anno, Asti), Autari 2003 (Oltrepò Pavese, tradimento breve), Scagliola Frem 2003 (Asti), La Baretta Entusiasmo 2001 (Asti superiore), Cossetti Clemente e figli (Nizza, ma si son perso l'anno e secondo me maderizzato era), La Carlotta Arbiola 2001 (Asti), "Ru" 2000 (NIzza, per me persino troppo), Pescaja Soliter 2004 (Asti, che sarà un po' un vino costruito, ma a me mi piace assai).
Poi abbiamo sdato con un barricato che non ricordo, e girato sui dolci con Brachetto d'Acqui, Vin Brulè fresco, la Josephine di cui sopra, tirato una bordata di porto Barros vintage 2000, stroncato ogni velleità di sopravvivere con della grappa di Nebbiolo. A chiudere il tutto, come conforto serale Prus Martin a volontà. E se non ne avete mai mangiate peste vi colga.
Non vi posso dire grandi cose. Non son capace. Ma mi son sentito vivo, ho respirato terre che conosco, che amo e l'ho fatto in ottima compagnia.

"Confessarlo pur conviene
la Barbera è un buon liquor
sangue instilla nelle vene
e mantiene il buon umor.
La Barbera più vivaci
fece i giovin del paese
la Barbera più robusto
e più fore l'uomo rese.
Viva dunque la Barbera
viva sempre il suo liquor."

"il vino di Barbera" di Giuseppe Cotti (1866)