mercoledì, febbraio 04, 2009

Carlin Petrini non l'avrebbe mai fatto

Titolo parafrasi del buon Hank Bukowski (Shakespeare non l'avrebbe mai fatto)
Il fatto è che esistono alcune varianti della cucina che neppure il più ardito slowmangiatore oserebbe recensire.
Ma si sa, ci sono più crimini sulle tavole di provincia, Carlin, di quante ne sogni la tua slow-filosofia.
Oggi vi parlerò del "caffè di Bagneri".
Bagneri è il ridente posto della foto qui sopra, comune di Muzzano in Valle Elvo, provincia di Biella, anche se qualcuno dei suoi abitanti il capoluogo non l'ha mai visto nel fondovalle, né tantomeno ha mai sognato di spingersi al di là della chiostra di montagne che incravatta il paesaggio.
Pertanto una cosa così foresta come il caffè, il giorno che qualche transumante lo portò dalle parti del mulino della Janca, non si capiva bene che fosse. Ma la natura ospitale di questi montanari (atipici) poco ci mise ad integrarlo.
Si prende una caffettiera e si tira su il caffè. In genere la caffettiera è di quelle da 12. Non si scende sotto le 9 tazze. Ora vi spiego il perché. In un pentolino si mette della grappa o in alcune varianti del genepi (se possibile maschio) a sciogliersi con un panetto di burro degli alpeggi di lassù. Si noti che ho scritto panetto e quindi difficilmente si sta sotto i 300 grammi. E ci vuole una bella annaffiata alcolica per amalgamare il tutto. Alcuni, trovando amaro il risultato, una volta unito il caffè a tale crema aggiungono abbondanti manciate di zucchero.
Non ho mai capito come si riesca a rendere il tutto lievemente più leggero della tazza in cui si versa al fine di non romperla.
Ovviamente tale "bevanda" viene considerata digestiva e quindi servita al termine di un pranzo a base di polenta taragna.
Lo scrivente è uno dei pochi non valligiani ad aver avuto l'onore di trangugiare il tutto e la fortuna di poter essere qui a scriverlo col fegato in mano.
Alla prossima (forse...)

1 commento:

Anonimo ha detto...

chrishtu.