Notte. Turno di guardia. Solito marasma ai confini tra la salute mentale e la strada.
Tiri il fiato. Schermata blu, breve giro tra i blog di amici e affini. Voglia di essere solo spettatore. Nulla, non ti manca nulla. Non è neppure il tedio. Forse è la stanchezza, forse è l'autunno che monta dentro. Poi ti vengono a chiedere, a te che sei davvero sentinella del ventre del nuovo giorno, nella città che porta i filosofi tedeschi ad abbracciare i cavalli, a domandarti a che punto è la notte?
Quello che conta secondo me non è a che punto ma che la notte è. La notte è fabbrica dell'essere, è la patria dei sogni ed il laboratorio del domani. E' travaglio, è parto anche quando è sterile. O sterilizzata dall'alcol o imbiancata dalla solitudine.
No, mia cara, non risponderò. Perchè amo troppo i miei giorni perchè la notte, la mia notte, finisca. Perchè è l'unica domanda a cui da vivi rispondere non si può. Perchè ci son giorni inutili che finiscono. Ma ogni notte è preziosa come l'aria per rivedere di nuovo il sole.
5 commenti:
E mentre tu facevi la guardia c'era chi bagordava con la tua bella ;-)
e anche se sono un fantasma lasciatemi un'abat-jour a portata di mano. ve ne sarà grata, in eterno.
Io la notte dormo. tanto. per vivere bene di giorno. Faccio male?
io la notte scrivo. evidentemente non abbastanza per capire ciò che scrivi tu. Vienna ti rende estremamente enigmatico.
e ti comprerai una barca a vela e la chiamerai "dignità".
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