Attendere: infinito del verbo amare

Il titolo è da Don Tonino Bello.
Con "TEORIA DELL'UTILITA' ATTESA" si intende l'ipotesi che l'utilità di un agente in condizioni di incertezza possa essere calcolata come una media ponderata delle utilità in ogni stato possibile, utilizzando come pesi le probabilità del verificarsi dei singoli stati come stimate dall'agente. Pare che il primo a pensarla così sia stato Bernoulli, dalla goliardia ricordato per essere lo scopritore della via anale all'infertilità (pare che il suo nome faccia rima con "fanciulli").

Quanto ciò premesso è tutto vero e nella mia testa presente in sincrono. In questo tempo di Avvento, sublimazione dell'attesa, mi rendo conto che esiste, ed é fondamentale, una "TEORIA DELL'UTILITA' DELL'ATTESA".
Qualcuno un giorno mi disse (o forse l'ho letto) che i bambini ci mettono nove mesi a nascere per dare il tempo ai genitori di crescere a sufficienza per accoglierli.
Temo sia una profonda verità. E temo che persino gli asini, per non parlare di balene ed elefanti, lo abbiano capito meglio dell'uomo.
Attendere è un esercizio di Amore (non amm0re) che non si pratica mai a sufficienza. Vuol dire avere una speranza. E ditemi se si può vivere senza averne almeno una.

"I vostri anziani faranno sogni" (dice il profeta Gioele 3,1)
E' quello che dà una direzione ad un processo statico: invecchiando si marcisce se non si nutrono sogni.
La ricchezza di chi è anziano non è la memoria, ma la progettualità. A che serve ricordare se non si tramanda?
Attendere è la terra del sogno. Nel deserto del quotidiano è saper riconoscere la sabbia che Mr. Sandman ci ha posato sugli occhi.