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mercoledì, marzo 17, 2010

Leap of faith

Dice che la democrazia è in pericolo.
Violentata, minacciata, assente.
Sarà.
Io penso, per quello che importa, che non ci sia mai stata.
“È una grande parola, la cui storia, suppongo, non è ancora stata scritta, perché quella storia deve ancora essere messa in atto.” (Walt Whitman)
Insomma sappiamo cosa dovrebbe essere ma non l’abbiamo mai messa in atto.
Perché quando ci pensiamo ci viene in mente l’antica Grecia.
Lì sì che c’era. Ma è ovvio. Nell’agorà ci scendeva il singolo cittadino (vabbé non c’erano le donne e gli schiavi, non stiamo a tagliare il capello in due…). Ognuno giocava in prima persona. Molte delle elezioni che si svolgevano erano delle estrazioni a sorte.
Capite la differenza?
A noi è il meccanismo rappresentativo che ci frega. Perché non siamo “tutti uguali”.
Non tocca a tutti fare politica.
Noi scegliamo chi ci rappresenta.
Potremmo scegliere semplicemente chi ci conviene. Sarebbe più onesto.
Ma nei secoli non è bastato.
Noi si deve scegliere chi è migliore di noi.
Vi rendete conto dell’idiozia? Quanti là fuori pensano che esista uno migliore di sé? In ambito politico almeno.
Allora vai con l’ideologia: scelgo uno non necessariamente migliore di me, ma che al mio posto porta avanti un ideale condiviso che ci renda migliori tutti.
Questo accettabile compromesso ha salvato il giochino democratico-cristiano per quasi cinquanta anni.
Oggi ce lo siamo dimenticato. Anzi, c’è chi pensa sia fumo negli occhi ed inutile complicazione.
Oggi, nuovamente, come l’altroieri e un po’ sempre, si torna ad accettare, obtorto collo, che il migliore sia il più forte. O il più ricco, o il più mafioso, o quello sessualmente più vincente, o tutto insieme.
Solo che questo già non è più il giochino della democrazia e chi si lamenta di non averlo più è proprio colui che già lo ha rotto da tempo.
L’altra cosa che mi turba è che avrei dovuto capirlo da tempo.
E’ logico che se devi mettere una “croce” su un simbolo quello che stai facendo è un “atto di fede”.
E’ talmente evidente che si dimentica. Ma è così.
A questo serviva l’ideologia.
Il fatto è che oggi tutti ci lamentiamo che non si riesca a far “dibattito politico” senza buttarla in gazzarra. Che non si riesce a conoscere la verità storica di niente, perché tutto è subito un attacco personale e giù di lì. Che neppure i numeri si sappiano. Da quante persone contiene una piazza a quante votino a quanto costi un opera cosiddetta pubblica a quanto duri un appalto a….
Era già così prima.
Io non ci volevo credere, ma era già così.
Però, porco cane, c’era un ideale dietro. O forse non c’era, ma sembrava che ci fosse davvero.
E siccome io (come voi) non posso scegliere sulla base di dati oggettivi, io l’ideale lo rivoglio. Perché, anche se non è cosa concreta, io di quello posso chiederti conto.
Non posso sceglierti perché sei ricco, strafottente, trapiantato, pieno di te.
Non posso sceglierti neanche perché non sei nulla di quanto sopra e sei semplicemente contro quello che non riesci ad essere a tua volta.
Coerentemente non dovrei scegliere e quindi votare.
Ma essere credenti o meno è genetica più imponderabile.
E quanto lo sei diventato è irreversibile.
Per cui non tapperò il naso come Montanelli, ma farò il mio “atto di fede”, tutto con le minuscole, perché qui Dio c’entra poco o nulla.
C’entrerà perchè saremo vicini a Pasqua, e, come qualcuno ha già scritto, speriamo tutti una cosa.
Che si torni a mettere i ladroni in croce e non la croce sui ladroni.

martedì, marzo 27, 2007

Creeners are back in town!





Nel disordine: Bella Ciao in versione Creen-partigiana, Scouting for boys (canzone scout dilaniata), I don't wanna grow up (con buona pace di Waits e dei Ramones), La carta dei diritti (pezzo nostro in versione iper-tirata) e una nuova track che necessita di testo. Fatevi avanti, impavidi lettori di questo blog (e amanti della poesia..., astenersi Manzo-boys...)

sabato, marzo 24, 2007

Privacy isn't real Rael...

Gli eroi esistono, Rael. E camminano in mezzo a noi. Ma riconoscerli, anche quando ne hai traccia nella memoria, è difficile. Per fortuna sono loro, certe sere quando i fiumi su Torino riaccolgono a ritroso esseri marini dal mare della Lanterna, che decidono di fare un pezzo di strada al nostro fianco. E il Poeta decide di ascoltare benevolo la giovane quota rosa emergente dal sottobosco della rete. E in Massena28 la storia collassa su un piatto di taleggio. Una sera che Dora o Po è lo stesso, che l'India incontra il Libano, che il mare respira neve e i cinque continenti sembrano finalmente a portata di mano.
Ieri ad ascoltarti c'era il mitico Alessio Manzo.
Questi dati li regala la rete.
ALESSIO MANZO – Currenti calamo – pagine 40 – Codice 60761 - Prezzo di copertina: Euro 5
ISBN 88-89558-03-2

Definire poliedrico Alessio Manzo (dottore in legge, filosofo, teologo, traduttore dell’ “Apocalisse di Giovanni”, di classici greci, latini e della letteratura internazionale) è poco: ha molte frecce al suo arco (la religione, la politica, la moda); le sue poesie sono animate da gioiosità e giocosità, condite di molto sale e ruscellanti rime; la trovata veramente originale è la cifra del suo stile.
L’autore, fedele all’orazione “aurea mediocritas”, tuttavia non disdegna il volo pindarico come quando nel fulminante distico “Per il tuo eterno ritorno, Pippo, / meriterai un mondo, non un cippo” mette in berlina l’attualità mondana.
Componimenti di natura più complessa (quale la lirica “Ave, Ventura! / Fra quattro mura / l’anima pura / gli occhi si tura, / premi con cura, / virtù conserva. / Sorte è oscura, / fortuna varia: / muta, non dura, / il senno fura. / A te la gloria, / Italia serva!”) deridono personaggi pubblici, dello spettacolo e della televisione, mettendone in risalto pregi e difetti con tono tagliente che intende mostrare come la loro vacuità sia il riflesso di un’Italietta priva di valori e grandezza, ma non di creatività e buonumore. C’è spazio per riflessioni estetiche: “Non si dica Arte, / se dal cor non parte; / non si dica Arte, / se fa false carte; / non si dica Arte, / se la ispira Marte; /non si dica Arte, se imita le sarte / e crea vesti arte” perché, come sentenzia Oscar Wilde nella Prefazione de “Il Ritratto di Dorian Gray”, “The artist is the creator of beautiful things” (L’artista è il creatore delle belle cose).
Questa poesia:
Il Passo dello Spluga
separa l'Alpe Retica
dalla Lepontina,
l'elvetica
dall'italica;
non vuole bega,
rifugio nega
allo stratega,
al despota
stolto, beota,
sciocco, idiota,
del diavolo collega,
col crucco unitosi in lega,
giunto all'omega,
fuggiasco, transfuga
in ritirata, in fuga
dalla Valtellina.
Ma i cantoni
Ticino e Grigioni,
Locarno, Lugan,
Bellinzona,
Puntraschigna,
Davos, Arosa,
Klosters, Cuera
e San Murezzan
sono romani,
italiani,
guardano a Milan.
Ma la Rezia
imperiale,
augustale
guarda a Roma.
E l'Alpe grandiosa,
la montagna,
di monti corona,
sono mura d'Italia.

Antologia del Premio letterario Premio La Montagna Valle Spluga 2006 - 14x20,5 - pagg. 60 - Euro 10,00 - ISBN 88-6037-257-7

Rael is real, Manzo is real, Rael...

mercoledì, marzo 21, 2007

Hanami

Ho scritto qualcosina di là, nel Bradibionte's Corner.

lunedì, febbraio 12, 2007