Non so dove altro scriverlo per cui sarà qui.
Di colleghi scortesi e in burn-out non ne posso più.
Di pazienti invadenti non parliamo, ma quelli almeno sarebbero pazienti (in teoria soltanto).
Insomma la nostra vita é invasa nel privato non dalle intercettazioni ma dal malessere degli altri.
E' palpabile a tutti i livelli. Ma quello che non sopporto é quando viene meno il tentativo di mantenere un contegno. Sei un collega, diamoci pure del Tu, ma rispettiamoci.
Sei un paziente, diamoci RECIPROCAMENTE del Lei e facciamo lo sforzo di stare ognuno al suo posto.
I ruoli contano e vanno difesi. Non é che perché chi dovrebbe governare va regolarmente a troie che automaticamente tutto il mondo possa scendere al livello di rapporti che si mantiene con il proprio pusher.
Le parole sono importanti, si diceva.
Ma anche una stretta di mano, il bussare prima di spalancare la porta, il mantenere un tono non scorbutico. E se ad esempio uno Ti fa la cortesia di telefonarTi, cara collega, per aggiornarti sulle condizioni del TUO paziente, non mi risponderai: "E perché non te lo tieni tu?".
Insomma lavorare stanca. Tutti però.
E se la sera ho comunque cinque secondi regolari di angoscia sul divano, in cui temo di poter morire un giorno, d'ora in avanti penserò così.
Posso decidere solo una cosa: ed è come vivere. [Come morire, checché se ne dica é un falso].
E io voglio vivere nel rispetto.
Mio e degli altri.
Cari i miei pezzi di merda!
"e voi cosa volete? di che cosa vi fate? dov'è la vostra pena? qual è il vostro problema? perchè vi batte il cuore? per chi vi batte il cuore?" CCCP-Fedeli alla linea
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lunedì, febbraio 28, 2011
sabato, dicembre 25, 2010
Un anno scivolato via
Questo per dirvi che questo blog non ha mai chiuso, diciamo che si é distratto un po'.
Si é preso una pausa per scivolare via senza andarsene, per citare impropriamente il caro Vinicio.
Se volete davvero sapere in quale bar mi potete trovare ultimamente vi conviene cercarmi qui.
Si é preso una pausa per scivolare via senza andarsene, per citare impropriamente il caro Vinicio.
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sabato, agosto 15, 2009
That what you fear the most, could meet you halfway
“Mi chiamo serenaseblu. Sono un blogger. Sono 105 giorni che non posto. Conto ancora i giorni, perchè finora non ho postato, ma oggi potrei farlo. I miei giorni sono comunque contati. E preferisco i giorni in cui non lo devo fare, quelli in cui non ne sento il bisogno, perchè sono sobrio da me stesso, e preferisco un giorno così che una vita ubriaco di me stesso”.
Qualcuno, ieri sera o giù di lì, serata di soli uomini soli (non è una ripetizione), mi chiedeva perché fosse un po' che non scrivevo più. Questo è l'outing migliore che ho meditato. E tutto sommato anche il più autentico.
Scrivere quassù per me è sempre stato un modo di togliermi un peso, sia nel bene che nel male. Un modo di posare un po' di zavorra mentale che ti rende il passo troppo pesante nella vita reale. Qualcosa che però, come tutto ciò che ti smuove qualcosa dentro, può darti una dipendenza. Una in più intendo, visto che senza nessuna dubito ci sia spazio per dare un senso all'esistenza.
Solo che la dipendenza da se stessi è la più subdola, la schiavitù della propria libertà. Ci vuole, tutti i narcisi si devono specchiare nell'acqua. Ma poi sentire con la faccia che è fredda e tirarsi su senza annegare. Mi piace mettere bianco su blu ciò che scrivo, ma devo sapermelo godere.
Per cui non chiudo, ma neppure aggiorno regolarmente. Ti frega un po' il fatto che il riflesso nello specchio fa più effetto se pensi che ci sia qualcuno che ti spia dal buco della serratura. Se scrivessi in modo puntuale avrei dei commentatori regolari, la mia piccola famigliola virtuale, il mio gruppo con cui fare la quotidiana riunione di blogger anonimi.
E si sa, puoi fare le peggio porcate, ma se vai alla riunione ti salvi, non ricadi.
Correrò il rischio, qualcuno che butta l'occhio qui esiste, lo so.
Ed è incredibile come alcune persone conosciute tramite questo mezzo condividano con te sincronismi, ampie fette di sensibilità comune, neanche ci conoscessimo da sempre.
Beh, chi conosciamo da sempre siamo noi stessi, la nostra inquietudine e lo “spirto guerrier ch'entro mi rugge”.
Ma vederci mascherati da altri, riconoscerci nell'incontro di belle persone ci rende sopportabili e – forse – belle persone a nostra volta.
Qualcuno, ieri sera o giù di lì, serata di soli uomini soli (non è una ripetizione), mi chiedeva perché fosse un po' che non scrivevo più. Questo è l'outing migliore che ho meditato. E tutto sommato anche il più autentico.
Scrivere quassù per me è sempre stato un modo di togliermi un peso, sia nel bene che nel male. Un modo di posare un po' di zavorra mentale che ti rende il passo troppo pesante nella vita reale. Qualcosa che però, come tutto ciò che ti smuove qualcosa dentro, può darti una dipendenza. Una in più intendo, visto che senza nessuna dubito ci sia spazio per dare un senso all'esistenza.
Solo che la dipendenza da se stessi è la più subdola, la schiavitù della propria libertà. Ci vuole, tutti i narcisi si devono specchiare nell'acqua. Ma poi sentire con la faccia che è fredda e tirarsi su senza annegare. Mi piace mettere bianco su blu ciò che scrivo, ma devo sapermelo godere.
Per cui non chiudo, ma neppure aggiorno regolarmente. Ti frega un po' il fatto che il riflesso nello specchio fa più effetto se pensi che ci sia qualcuno che ti spia dal buco della serratura. Se scrivessi in modo puntuale avrei dei commentatori regolari, la mia piccola famigliola virtuale, il mio gruppo con cui fare la quotidiana riunione di blogger anonimi.
E si sa, puoi fare le peggio porcate, ma se vai alla riunione ti salvi, non ricadi.
Correrò il rischio, qualcuno che butta l'occhio qui esiste, lo so.
Ed è incredibile come alcune persone conosciute tramite questo mezzo condividano con te sincronismi, ampie fette di sensibilità comune, neanche ci conoscessimo da sempre.
Beh, chi conosciamo da sempre siamo noi stessi, la nostra inquietudine e lo “spirto guerrier ch'entro mi rugge”.
Ma vederci mascherati da altri, riconoscerci nell'incontro di belle persone ci rende sopportabili e – forse – belle persone a nostra volta.
Quello che temi di più, può venirti incontro a mezza strada.
venerdì, aprile 17, 2009
Cronaca del ritorno

Che Facebook é una cazzata. Che i duri e puri stanno sui blog.
Sì, certo. Perché chi sa scrivere, chi ama la parola e la lingua, non mischia il suo sangue a getto di inchiostro con il popolino telematico dei ragnetti sociali.
Ma fatemi il favore. Siete davvero convinti di saper scrivere? Davvero pensate di aver qualcosa da dire? Di nuovo, di stilisticamente innovativo, di veramente personale (rigorosamente sotto l'anonimato di un avatar)? Allora sono davvero dispiaciuto.
Del fatto che non via abbia notato nessuno. Nessuno in grado di portarvi al mondo reale, almeno.
Sputiamo pure su Facebook. Volgare scoreggia amorale. Strumento abusato e finto.
Intanto, e non sono l'unico, delle pugnalate al cuore da lì le ho ricevute.
E' innegabile che se non hai più sentito nessuno per anni ci sono ottimi motivi per non farlo. Che é un gioco al rincoglionimento credersi compagni di asilo quando invece delle figurine ci si potrebbero scambiare le dentiere. Ma...
Ely Klick io l'ho amata, a modo mio e da adolescente. Cioé non ci ho combinato niente, mentre lei la dava bellamente in giro ad amici comuni. Devastando band come se fosse Yoko Ono. Ma l'adoravo, i suoi biondissimi capelli, un pomeriggio a Claviere d'estate sotto un albero sdraiati al sole e nelle orecchie un walkman condiviso a suonare "For Whom the Bell Tolls" nella cover dei Nosferatu. Il suo vestirsi di verde, la sua tragedia famigliare mentre eravamo in gita a Praga a cantare Creepin' Death sotto il Ponte Carlo. In piscina a bagnare pelli pallide di metallari allergici al sole.
E giuro che l'avrei detta sparita nel nulla, lei e la sua bimba, a cristallizzare un'adolescenza che oggi rigurgita in modo iatale.
Tutto torna, stravolto e grottesco, come la voce di Giovanni Lindo Ferretti che ricanta di Valium Tavor e Serenase nell'ultimo e definitivo onere dei P.G.R.
E un'altra E. che ti scrive (su FB ovvio): "Ciao mi ricordo di te, eri al D'Azeglio, piacere di ritrovarti :-) Mi ricordo che il giorno che morì Freddie Mercury sei venuto a scuola con il lutto al braccio..."
E tu, cretino, lo leggi e piangi. Perché quell'innocenza e quella purezza non le avrai mai più. Anche se spererai di rivederle un giorno negli occhi di tuo figlio.
Insomma tutto lì. Le conclusioni tiratele voi. Perché ci sarebbero. Ma sono contorte come il mio pensiero. E non renderebbero ragione della stretta allo stomaco e dello sguardo di trance che segue il ricordare.
E forse una cosa si può dire: che non é il mezzo di comunicazione che definisce un'emozione. Se c'é passa. E giunge, inesorabilmente, al bersaglio. Con buona pace del blog-pride.
Ciao, buonanotte, un bacio (virtuale) Ely Klick.

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lunedì, gennaio 19, 2009
Malmostoso

Con ghiaccio fuori, ma nevischio sulla pelle, di quello sporco.
Disforico. Umorale. Devastato dallo spleen.
Inquieto. Mortale ma moribondo.
Da uomo di scienza ti butti sull'oroscopo.
Da uomo di scienza ne leggi più d'uno.
Esiste un impact factor pure lì.
Da Paolo Fox a Rob Brezsny.
Passando pure per Gramellini.
Pure lui, che essendo granata del tuo segno dovrebbe ben dire.
Ovvero ci sarebbe sta gran troia della Luna che non andrebbe d'accordo con l'andatura termostatica di Mercurio.
Insomma dicono che vada di merda.
Insomma é una conferma.
Ti rodi. Loro forse sanno perché.
Tu no.
E' un'aria viziata, un motore che gira a vuoto, una carogna sulla spalla.
E neppure nel rallentare recuperi fiato.
Nella lentezza che ammiri, che aspiri.
Che brami con tanta fretta da fartela sfuggire.
E chiusi i pugni nelle tasche,
giri i tacchi
e procedi
nella notte.
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sabato, ottobre 25, 2008
Why Oh Why? Tell Them That It's Human Nature

Il lutto oggi sia assolutamente inadeguato.
La gioia va urlata, sbattuta in palmo di mano e gridata secondo un modello di reality. Si piange pubblicamente solo e soltanto per delle stronzate, quando addirittura lo si fa per gioia carrambante.
Piangere per il motivo più naturale che esista, ovvero la morte di un marito, e urlare per questo, e arrossarsi in volto e gridare che non se ne può più di questa vita e che si vorrebbe essere stati presi dalla morte al posto di... ecco, tutto questo fa si che la suddetta signora si trovi davanti uno psichiatra.
Mi chiedo perchè.
A volte son domande facili. Del tipo perchè nella vita non abbia voluto fare lo psicoanalista.
La risposta è facile: perchè credo nel matrimonio.
Anche nel mio, sì.
Altri medi e interlocutori arrovellamenti. Come perchè non blogghi più e faccialibreggi soltanto. Ho deciso di non darmi solo una risposta personale.
Ovvero: penso mio malgrado di essere stato un surfer motivazionale sociale discreto.
E quindi ho centrato momenti condivisi di forte associazionismo, sottoscritto grandi cause popolari, bloggato anch'io quando l'onda era alta.
E mi sono sempre illuso di saper vedere da dove sarebbe arrivata l'ondata successiva.
Povero illuso trascinato dalla corrente.
Fatto sta che non chiudo.
Forse perchè non chiudere nulla nei rapporti umani, anche quando si fanno sempre più virtuali, è davvero il nuovo trend.
Altre domande resteranno senza risposta.
Come è possibile (se non invocando lo zampino del Maligno) che alla dodicesima settimana la CRL ecografica sia 66.6 mm?
(se vi pare di non capire la frase appena letta provate ad inciderla su vinile e poi ascoltatela al contrario).
Mi chiedo perchè.
Mi chiedo ma non lo so.
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giovedì, luglio 31, 2008
Lontano, lontano
Questo è un post estivo, ma anche no.
Insommma ci sono momenti in cui, grazie ad incontri benedetti (dal vino in genere), ti senti costretto a fare piccoli bilanci. Almeno per quanto riguarda la tua creatura, la tua bestemmia di blog. Che ultimamente stai maltrattando, mal scrivendo e mal pensando.
Probabilmente è vero ciò che sotto voce si dice e cioè che un blog lo si apre per un motivo semplice: per poterlo chiudere un giorno. Questo è uno spazio di libertà che un bel giorno hai deciso di prenderti, perchè le altre tue altri se le erano prese. E in questa libertà sei riuscito piano piano a leccarti le ferite, leccando anche quelle degli altri, scoprendo risonanze, laceranti sincronismi della vita e del cuore. Grazie a questo strumento hai conosciuto bellissima gente, con alcuni hai danzato la danza di un'estate e ancora ti si annacqua lo sguardo nel ricordo (mia cara signora delle pulizie, ci sarai là fuori?). Con alcuni ti sembra di aver condiviso una vita pur avendone solo assaggiati attimi (cari Rex e Flound), altri rimangono fantasmi ormai persi nelle varie morti civili del blog che si chiamano tumblr (non volermene cara X, io un tumblr l'ho anche aperto, ma a rubare da altri senza mettermici dentro più del 5% non son capace). Altri/e non cito ma voi sapete di esserci. In pochi mesi la tua lista di link è divenuto un necrologio. Ma ciò non conta perché la vera libertà è quella che hai potendovi rinunciare del tutto. Sì, la vera libertà è quella che puoi buttarti alle spalle. Per cui ora si navigherà così, a vista e a intermittente voglia, scrivendo così quando non ne puoi fare a meno,
nella speranza di poterne sempre più fare a meno.
Insommma ci sono momenti in cui, grazie ad incontri benedetti (dal vino in genere), ti senti costretto a fare piccoli bilanci. Almeno per quanto riguarda la tua creatura, la tua bestemmia di blog. Che ultimamente stai maltrattando, mal scrivendo e mal pensando.
Probabilmente è vero ciò che sotto voce si dice e cioè che un blog lo si apre per un motivo semplice: per poterlo chiudere un giorno. Questo è uno spazio di libertà che un bel giorno hai deciso di prenderti, perchè le altre tue altri se le erano prese. E in questa libertà sei riuscito piano piano a leccarti le ferite, leccando anche quelle degli altri, scoprendo risonanze, laceranti sincronismi della vita e del cuore. Grazie a questo strumento hai conosciuto bellissima gente, con alcuni hai danzato la danza di un'estate e ancora ti si annacqua lo sguardo nel ricordo (mia cara signora delle pulizie, ci sarai là fuori?). Con alcuni ti sembra di aver condiviso una vita pur avendone solo assaggiati attimi (cari Rex e Flound), altri rimangono fantasmi ormai persi nelle varie morti civili del blog che si chiamano tumblr (non volermene cara X, io un tumblr l'ho anche aperto, ma a rubare da altri senza mettermici dentro più del 5% non son capace). Altri/e non cito ma voi sapete di esserci. In pochi mesi la tua lista di link è divenuto un necrologio. Ma ciò non conta perché la vera libertà è quella che hai potendovi rinunciare del tutto. Sì, la vera libertà è quella che puoi buttarti alle spalle. Per cui ora si navigherà così, a vista e a intermittente voglia, scrivendo così quando non ne puoi fare a meno,
nella speranza di poterne sempre più fare a meno.
Lontano lontano nel tempo
qualche cosa
negli occhi di un altro
ti farà ripensare ai miei occhi
i miei occhi che t'amavano tanto
E lontano lontano nel mondo
in un sorriso
sulle labbra di un altro
troverai quella mia timidezza
per cui tu
mi prendevi un po' in giro
E lontano lontano nel tempo
l'espressione
di un volto per caso
ti farà ricordare il mio volto
l'aria triste che tu amavi tanto
E lontano lontano nel mondo
una sera sarai con un altro
e ad un tratto
chissà come e perché
ti troverai a parlargli di me
di un amore ormai troppo lontano.
(L. Tenco, 1966)
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mercoledì, giugno 25, 2008
Point blank (a bruciapelo)
"A bruciapelo, proprio in mezzo agli occhi
A bruciapelo, proprio in mezzo alle belle bugie
sei caduta
A bruciapelo, colpita dritto al cuore
Sì a bruciapelo, ti hanno rivoltata fino a che
sei diventata una come loro
A bruciapelo, cammini sotto tiro
A bruciapelo, fai una mossa falsa, una sola
mossa falsa
A bruciapelo, ti hanno presa nel loro mirino”.
Ok, non siamo quelli che curano le tracce ministeriali.
E quindi é chiaro che ci si riferisca a una ragazza nel testo.
Ed io maschietto sono.
Non mi interessa l'esegesi ma l'emozione evocata.
E' da qualche giorno che mi rodo per questioni di lavoro
e ho da poco realizzato quanto sopra.
Anche se non l'ho mai voluto mi hanno rivoltato
fino a che non sono diventato uno come loro.
Dà un fastidio atroce.
Sentirsi fottuti in un orifizio che non si sapeva neppure di avere,
tra una meninge e l'altra.
Prima ti viene concesso un privilegio che non avevi chiesto e poi ti viene tolto.
Linearmente non dovrebbe fregartene di meno.
E invece rode. Che giochino bastardo...
Alla fine mi ritrovo qui, nel blog e nei blog, e, giuro,
capisco che a bruciapelo siamo stati colpiti in tanti.
E forse capisco quello che già sapevo.
Perché si apre un blog? Per (r)esistere.
domenica, febbraio 03, 2008
E' domenica, scusate l'ucronia...
Dal vangelo secondo Matteo 5,1-12a
In quel tempo: vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
In quel tempo: vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
PS: Almeno guardatelo fino a 2:17, please...
lunedì, novembre 26, 2007
Piemonteis per balengo - Piemontese for dummies
Non potevo non postarlo. Portate pazienza. Un bel grazie alla terrona K.
sabato, novembre 10, 2007
Where is my, oh my oh my...
Questo è per dire che viaggio a ruota libera. E questo potrebbe fare dei danni. Più nella mia testa che nelle vostre vite, tranquilli.
Poi alcune foto. Titoli brevi ma esaustivi.

Where is our mind?
Where is your book?
There is my mind!
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lunedì, luglio 16, 2007
Up patriots to arms...

"Up patriots to arms, Engagez-Vous
la musica contemporanea, mi butta giù."
Massì: Battiato, Subsonica, il mitico Antony (nella foto), l'inutile Ivan Segreto (destinato a rimanere tale). Insomma anche quest'anno è finita la rassegna di Traffic. Qui trovate quanto scrivevo in tale occasione un anno fa. E' valsa la pena esserci, ma per me è stato comunque un rito personale oltre la musica. Un anno fa partivo per le ferie in un marasma emotivo inconcepibile e soprattutto devastante. Il treno che passava da Esperanza mi ha tirato su. Oggi le ferie non so ancora bene cosa potranno essere, ma è tutto cambiato. Con una mossa semplice, elementare. Quella strada lì stop, questa è quella giusta. Una folgorazione che a San Paolo avrebbe fatto una pippa. Mi sono ucciso di ipotesi per uscire da una stanza senza finestre, ma bastava capovolgerla. Ho scoperto la mia penicillina. Insomma mi sono accorto che vedere quello che vedi tutti i giorni con gli occhi del cuore è la rivoluzione più difficile ma allo stesso tempo facile che ci sia. Ho avuto culo. Ora lo devo proteggere. E tenere gli occhi aperti.
Semplice. Banale. Bellissimo.
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martedì, giugno 26, 2007
L'insostenibile rottura di palle dell'esistenzialismo

L'esistenzialismo, francese o meno, ha spesso suggestionato la mia posa di fronte al mestiere di vivere. Il tutto condito da una fascinazione estetica, assolutamente consona al mio narcisismo e soprattutto necessaria a darsi un tono tra gli squali nel mondo lì fuori. Saran stati gli studi "o il mio provincialismo", ma questa viziosa lettura del mondo ha condizionato il mio vivere in modo depressivo, subdolo e per un certo senso essenziale. Pur facendo a pugni con il mio credere, mascherato da onestà intellettuale, l'esistenzialismo mi ha illuso che si potesse vivere delle vite altrui, regalando e relegando la propria al nulla.
E qui te lo dirò, cara A******, i nostri sei anni insieme sono stati bellissimi, ma erano già morti in quel primo indimenticabile bacio. Non odiarmi oppure odiami pure, ti ho tanto amata da non vederti più, da non vedere che il tuo sogno su noi non era mai stato sognato. E ti regalo come si regala un fiore di pietra questa frase di Albert "tubercolosi" Camus, sintesi della nostra storia: "...sbagliamo sempre due volte sulle persone che amiamo, prima a loro vantaggio e poi a loro svantaggio".
Insomma, per dirla tutta, oggi sono stufo di vestire grigio. E sono stufo di non vivere appieno per paura di morire davvero. Perchè l'esistenzialismo ha dato da mangiare solo agli esistenzialisti. E a Guccini. E ai baristi di fronte ai quali mi sono stroncato per anni.
Voglio brindare alla vita, prendere una bottiglia di quello buono, fottendomene un bel po' del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Questa volta il libro me lo voglio scrivere da solo.
E chi vivrà vedrà. E chi non avrà vissuto, continuerà a vedersi la punta delle scarpe.
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mercoledì, giugno 20, 2007
Galleggiare
"Almeno tu potresti andartene in piscina, io no. Io riesco a galleggiare a dorso, poi se mi giro e non tocco mi agito e ho paura..."
"Non dovresti aver paura di non toccare. D'altronde ora che stiamo camminando insieme non sei spaventata di non poter toccare il fondo del cielo... no?...."
mercoledì, marzo 07, 2007
Tonight...
Stanotte volevo scrivere. Qualcosa di un po' valido. Quelle volte che ti senti anche un po' carico. Una roba da Bradibionte's Corner. Che ovviamente latita anche lui...
Ma signori miei non ci riesco. Stanotte sono al lavoro e vivo una incredibile regressione. Domattina devo andare a far lezione durante un'autogestione in un liceo di Torino sull'interpretazione dei sogni. Ovviamente non sono preparato. Ma mi è tornato il mood da liceale. Per cui ci andrò (facendo ridere i soliti quattro tamarri di merda) con le mie All Star e il mio giubbino di pelle nera. E soprattutto stanotte mi preparerò alla lezione. Facendo come sempre facevo tutto all'ultimo. La notte prima degli esami. Di una vita fa.
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venerdì, marzo 02, 2007
venerdì, febbraio 16, 2007
Bradibionte's Corner
Avevo una mezza voglia di mollare tutto. Forse si intuiva.
Come spesso succede invece di mollare rilancio.
L'angolo del bradibionte nasce su wordpress senza un particolare motivo, se non quello che "mi andava così". Il collegamento lo troverete sempre in cima nella colonna di fianco. Che cosa farò ancora qui di preciso non so, ma continuerò ad usare questa specie di Blu-pensiero. Che forma prenderà questo nuovo pargolo non è dato sapere, ma credo sarà il tentativo di scrivere una "bella copia" di questo disordinato, meticcio, ingombrante foglio caotico che state leggendo ormai da più di un annetto. E chi vorrà vedrà.
lunedì, febbraio 12, 2007
martedì, febbraio 06, 2007
Compulsive consciousness
Uno vorrebbe ogni tanto anche scrivere. Ma non ce la fa. Capita di essere sommersi da idee frammentate e da frammenti di idee strutturate. Ma non riesci a comporre il quadro, ti manca il pezzo. Forse ti manca la voglia. Sicuramente ti manca il tempo.
Perciò immaginatevi la seguente sensazione: benessere, un filo di ansia di base, un quarto di rabbia atavica, cubetti di lavoro pesante, spruzzata di raffreddore, voglia di nuovo, nostalgia senza rimorso, "Amore, quello con A maiuscola" quanto basta.
Servire caldo ma non riscaldato. O forse non servire proprio, ché è meglio.
Servire caldo ma non riscaldato. O forse non servire proprio, ché è meglio.
E beccatevi le foto della mia ultima avventura sulle nevi. O meglio della ricerca disperata della neve tra i bricchi. Location: Rucas, Montoso, Bagnolo Piemonte, dove un tempo remoto si sciava pure. Ma non con degli snowblade slaminati. La risalita senza impianto è stata a piotte, complice la Streghetta.
E l'ennesimo paio di scaponi che non tengono la prova...




sabato, novembre 11, 2006
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