
Il lutto oggi sia assolutamente inadeguato.
La gioia va urlata, sbattuta in palmo di mano e gridata secondo un modello di reality. Si piange pubblicamente solo e soltanto per delle stronzate, quando addirittura lo si fa per gioia carrambante.
Piangere per il motivo più naturale che esista, ovvero la morte di un marito, e urlare per questo, e arrossarsi in volto e gridare che non se ne può più di questa vita e che si vorrebbe essere stati presi dalla morte al posto di... ecco, tutto questo fa si che la suddetta signora si trovi davanti uno psichiatra.
Mi chiedo perchè.
A volte son domande facili. Del tipo perchè nella vita non abbia voluto fare lo psicoanalista.
La risposta è facile: perchè credo nel matrimonio.
Anche nel mio, sì.
Altri medi e interlocutori arrovellamenti. Come perchè non blogghi più e faccialibreggi soltanto. Ho deciso di non darmi solo una risposta personale.
Ovvero: penso mio malgrado di essere stato un surfer motivazionale sociale discreto.
E quindi ho centrato momenti condivisi di forte associazionismo, sottoscritto grandi cause popolari, bloggato anch'io quando l'onda era alta.
E mi sono sempre illuso di saper vedere da dove sarebbe arrivata l'ondata successiva.
Povero illuso trascinato dalla corrente.
Fatto sta che non chiudo.
Forse perchè non chiudere nulla nei rapporti umani, anche quando si fanno sempre più virtuali, è davvero il nuovo trend.
Altre domande resteranno senza risposta.
Come è possibile (se non invocando lo zampino del Maligno) che alla dodicesima settimana la CRL ecografica sia 66.6 mm?
(se vi pare di non capire la frase appena letta provate ad inciderla su vinile e poi ascoltatela al contrario).
Mi chiedo perchè.
Mi chiedo ma non lo so.