COMPIETA 3

Torino Olimpica®.

E' un brand, non è una città. Insomma io ora ci vivo, ci lavoro (tra l'altro un bel po'), ma non esiste. Ho la netta percezione di essere sull'isola che non c'è. E' bella, pulita, moderna. Io i vigili così eleganti e belli e disponibili a quasi tutti gli incroci li avevo visti a Montecarlo, ovvero quella fiaba in cemento gettato sul mare che per noi torinesi bögianen è il posto chic più vicino.

La metropolitana, vi rendete conto? Da non crederci. Difatti i miei concittadini vanno, visitano le stazioni e risalgono su. Metti che scompaia tutto...

Insomma per uno che ci è cresciuto qui, nella città grigia dove la gente piscia nel Po e il Po è pieno di cocaina (credo lo scrivesse Fruttero), è aprire gli occhi sui propri sogni. Che si tratti di un sogno un po' si intuisce anche solo guardando il sito sull'illuminazione olimpica del Comune di Torino.

Cosa succederà dopo? Se lo chiede persino il sindaco. I cantieri su Torino che fine hanno fatto/faranno? Torino monarchica, quella dei Savoia e quella della famiglia reale Agnelli si è persa in un ramo cadetto ormai degenere. La FIAT come monocultura e come monorisorsa è (forse per fortuna) agli sgoccioli. C'era la Torino sinistra, quella magica e diabolica, ma anche quella operaia e anti-borghese che vede bene i benestanti solo se arroccati in collina. C'è una più recente Torino melting-pot, dove però i marocchini di successo imparano il piemontese.

Passion lives here, ma la nostra passione è diversa. Contadina inurbata, compressa e rabbiosa, orgogliosa e superba, ma di certo non internazionale. Pochi, ma buoni.

E dopo?

Un basot à mia sità.

Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo.