martedì, giugno 26, 2007

L'insostenibile rottura di palle dell'esistenzialismo

E' da un po' che ci sto pensando. Come a volte capita si cerca di fare i conti in tasca al proprio passato, remoto e soprattutto prossimo. Nell'ultimo anno alcune importanti prospettive mi si sono rovesciate. E qualche sassolino nelle scarpe è rimasto.
L'esistenzialismo, francese o meno, ha spesso suggestionato la mia posa di fronte al mestiere di vivere. Il tutto condito da una fascinazione estetica, assolutamente consona al mio narcisismo e soprattutto necessaria a darsi un tono tra gli squali nel mondo lì fuori. Saran stati gli studi "o il mio provincialismo", ma questa viziosa lettura del mondo ha condizionato il mio vivere in modo depressivo, subdolo e per un certo senso essenziale. Pur facendo a pugni con il mio credere, mascherato da onestà intellettuale, l'esistenzialismo mi ha illuso che si potesse vivere delle vite altrui, regalando e relegando la propria al nulla.
E qui te lo dirò, cara A******, i nostri sei anni insieme sono stati bellissimi, ma erano già morti in quel primo indimenticabile bacio. Non odiarmi oppure odiami pure, ti ho tanto amata da non vederti più, da non vedere che il tuo sogno su noi non era mai stato sognato. E ti regalo come si regala un fiore di pietra questa frase di Albert "tubercolosi" Camus, sintesi della nostra storia: "...sbagliamo sempre due volte sulle persone che amiamo, prima a loro vantaggio e poi a loro svantaggio".
Insomma, per dirla tutta, oggi sono stufo di vestire grigio. E sono stufo di non vivere appieno per paura di morire davvero. Perchè l'esistenzialismo ha dato da mangiare solo agli esistenzialisti. E a Guccini. E ai baristi di fronte ai quali mi sono stroncato per anni.
Voglio brindare alla vita, prendere una bottiglia di quello buono, fottendomene un bel po' del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Questa volta il libro me lo voglio scrivere da solo.
E chi vivrà vedrà. E chi non avrà vissuto, continuerà a vedersi la punta delle scarpe.

7 commenti:

Luke Sky Berther ha detto...

e allora prosit!
mi unisco al tuo brindare con l'augurio che ance per me, prima o poi, si rovescino queste mie grigie prospettive.

Anonimo ha detto...

Vivamus, mea Lesbia, atque amemus
Rumoresque senum severiorum
Omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basìa mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum
deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut nequis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.

Non so perché, ma mi ha fatto venire in mente questa.
Vivere. Sì. Sempre.
Mic

xlthlx ha detto...

brindiamo, brindiamo.
via il grigio, che veste male.

Anonimo ha detto...

lunga vita!

Vitalux ha detto...

Grazie a tutti. Evidentemente la voglia di vivere può essere contagiosa. Un bacio più grosso degli altri alla Mic. E' bello rileggerti dopo un po' qui.

Anonimo ha detto...

struggente. ho letto questo post ieri e continuo a venir qui perchè "i nostri sei anni insieme erano già morti in quel primo indimenticabile bacio" è una malinconia dalla quale non posso sfuggire. come avere paura di un tunnel ma non riuscire a non infilarcisi.

Vitalux ha detto...

Eggià, cara codex, proprio così. Per la cosa più dura in assoluto è stata proprio uscirne. Da questa malinconia.