Io non so.

Io non so quando abbiamo cominciato a farci queste stupide foto. Forse alla fine degli anni di reparto o forse quando eravamo in clan. Per fortuna non ho mai documentato il merdaio che riuscivamo a fare in tenda solo noi due. E cerco tutte le notti di dimenticare quella che avevamo ribattezzato "piccola tenda degli orrori" durante la route del Moncenisio.

Io non so perchè ci siamo incontrati nel 1997, né perchè ci siamo ogni tanto persi di vista. Neppure so perchè in tutti questi anni non mi hai mai visto in camice fino a due lunedì fa, pur avendomi visto vestito e svestito in ogni modo.

Quello che so è che neanch'io avrei mai voluto portarlo quel camice se avesse voluto dire spaventarti così. So come si chiama la tua malattia. So che lo sai anche tu. So che hai paura e so che sai che ce l'ho anch'io, anche se sono così bravo a non darlo a vedere. Sappiamo che avrai davanti un anno di merda, ma sappiamo quello che ti ha detto Alessandro: che sarà uno dei tuoi ricordi quando ne sarai fuori (e su questo non si discute va bene?) e che, anche se può sembrare impossibile, potrà persino renderti un uomo migliore. Anche se già così come sei non scherzi.

Quello che so è che quell'ultima foto, con me in camice e te in pigiama con il sorriso tirato post-biopsia, è una delle tante che ancora stupidamente faremo nei prossimi anni.

Quando discuteremo del fatto che volersi così bene tra Amici non è affatto una cosa stupida.