martedì, novembre 15, 2005

SO LONG CEREBUS...


Se la disposizione dei fatti è riuscita bene e ben composta è quello che volevo; se invece è riuscita di poco valore e mediocre, questo solo ho potuto fare.
Come il bere solo vino e anche il bere solo acqua è dannoso e viceversa come il vino mescolato con acqua è amabile e procura un delizioso piacere, così l’arte di ben disporre l’argomento delizia gli orecchi di coloro a cui capita di legger la composizione.
E qui sia la fine.
II Maccabei, 15, 38-39

Ebbene questo è l’Antico Testamento, la fine del libro dei Maccabei, ma sono anche le parole scelte da Dave Sim, creatore del fumetto Cerebus, per concluderne la saga con il numero 300 nel marzo 2004. Fumetto, in questo caso è doveroso dirlo, suona riduttivo. L’arte sequenziale di Will Eisner è una definizione più appropriata. In realtà Cerebus è stato e resta un unicum letterario a cavallo dei due secoli. Nasce nel dicembre 1977 come una sorta di parodia di Conan il barbaro, ma da presto assume caratteristiche uniche, diventate sempre più caratteristiche negli anni. E’ autoprodotto e lo è sempre stato e in più ha da quasi subito avuto una fine annunciata con il numero 300 (in un mondo, quello dei comics, in cui solo Bucky, il compagno di Capitan America, non risorge mai). Cerebus è un oritteropo, un maiale di terra, è quasi sempre stato in bianco e nero (memorabile il colore in una comparsata sui primi numeri di Spawn di Todd McFarlane), ma ha in vita sua impersonato tutto: Primo Ministro, Papa, ubriacone, guerriero... E’ cresciuto negli anni, ingrassato, ha imbiancato i capelli, perso un orecchio e molto altro. E’ stato accusato di essere misogino, fazioso, estremista. Ma è sempre stato uno di noi, con i suoi dubbi e il suo spirito inquieto. E’ stato meta-fumetto, ci sono comparsi dentro parodiati grandi personaggi del fumetto e dell’attualità. Ma soprattutto della letteratura, con pagine uniche e commoventi. Su tutti ricordo il ciclo di Melmoth, dove si ripercorrono gli ultimi giorni di vita di Oscar Wilde, a fianco di un oritteropo testimone catatonico.
Poesia e letteratura, questo è stato Cerebus. Ed è un vero peccato, se non una vergogna, che nessuno si sia seriamente mosso per ripubblicarlo tutto in italiano. Una profezia aveva predetto a Cerebus una morte "alone, unloved and unmourned", “ da solo, non amato e non rimpianto”. Lo è stato solo nella finzione del fumetto.

2 commenti:

Vitalux ha detto...

Purtroppo dev'essere uno spamming

Anonimo ha detto...

Mitico Cerebus!!!

rlt