“Man, you can’t be serious!” . Ovvero avrei qui voluto una recensione dell'ultimo film di Woody Allen, ma credo che la rete ne sia zeppa. Il film di Woody senza Woody. A Londra. Pretenzioso, lirico, misurato, incredibilmente riuscito. Protagonista un ex-tennista reso tragico dal caso che lui vorrebbe Provvidenza, da buon stereotipo irish. Omaggio a Raskolnikov di "Delitto e Castigo", questo film dove il vero castigo è vivere. Ma è l'animo de "Il giocatore", opera sempre del 1866, che viene fuori davvero ad omaggio della personalità epilettoide più famosa della letteratura russa dell'800. Come una folgorazione la vita si gioca su di un net. O su di una linea di campo. E' però un altro ex-tennista - ahimè! - quello che in questi giorni mi ha riacceso il cuore. La più grande figura di giocatore di tennis del '900 è quella che gira ora come spot televisivo di una macchinina indegna del suo testimonial. Io non ho mai amato il tennis ma ho amato John Patrick McEnroe, Jr.
2 commenti:
pero', il paragone con dostoevskij in effetti e' un colpo di genio :)
Nel film è dichiarato. Compare il libro "Delitto e Castigo".
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