giovedì, agosto 31, 2006

Monopoli (gioco in provincia dell'esistenza)

L'immagine è rubata a Leo Ortolani (e spero che da fratello scout non si arrabbi)...
Leggendo post in giro per i vostri blog leggo note di malinconia, ricordi lontani e prossimi, sciabordate d'onda della memoria che con la risacca depositano accanto agli ombrelloni ormai chiusi lacrime salate di mare e dolci di sentimento.
Ieri sera mega partitone di
Monopoli, in coda alla prevedibilmente alcolica cena tra colleghi.
Anni che non giocavo al gioco da tavolo più giocato al mondo. E passi per gli euro, dato che ormai dove ti davano ventimila lire a passar dal via ora ti arrivano senza colpo ferire 500 euro. Senza colpo ferire è un eufemismo, perchè uno che come segnaposto si sceglie il pintone di vino è destinato a fare un percorso breve e non particolarmente brillante.
Quello che mi ha folgorato (al di là della gradazione del lambrusco ghiacciato) è stato vedere persone che ben conosco replicare nel gioco dinamiche proprie del quotidiano. In modo talmente paradigmatico da sembrarmi un vero psicodramma. Incredibile quanto la luce verde del cartone di gioco riflettesse i freddi colori dello speculatore, il giallo dell'invidioso, l'arcobaleno di chi pensava di "giocare soltanto un gioco". Ma degli altri non parlerò, nè vi tedierò oltre con la scoperta dell'acqua calda.
Vi basti sapere di me. La mia avversione per il soldo davvero mi è risultata più che mai disarmante. Non li so tenere nella vita reale, figuratevi lì. Li avrei bruciati tutti. Quando ho capito che finire in carcere poteva essere vantaggioso ho smesso di capitarci. Luce e acqua potabile me li sono giocati subito. Sui miei corsi non passava nessuno ed io edificavo e distruggevo come un palazzinaro idiota. Tanto mi piacevano più da vuoti.
Ma soprattutto quando ormai gli alberghi prolificavano attorno al parco della Vittoria come un clochard qualsiasi io passavo senza fermarmi. E sull'orlo della bancarotta ho inanellato dieci improbabili tirate di dado, salvando sempre il mio spelacchiato culo dall'inflazione. Finchè non ho capitolato, non senza dignità. Dote che spesso manca ai vincitori.
E la lezione di vita l'ho portata a letto con me ieri sera: "Tira i dadi e RESISTI".
On air: Faultline - Wild Horses

4 commenti:

Anonimo ha detto...

IO ho sempre odiato il Monopoli, in genere non giocavo e l facevo La Banca!

Vitalux ha detto...

C'è sempre il voyeur o il grande burattinaio che fa la banca...

Anonimo ha detto...

Preferisco essere la grande burattinaia...voyeur sa di maialata!

Vitalux ha detto...

Maialata... Guardare e non toccare è la cosa più bacchettona che ci sia. Anche se il voyeur effettivamente ogni tanto si tocca. Forse.