venerdì, gennaio 05, 2007

Sentinella a che punto è la notte?

Stanotte, ché certe notti non è dormire e questo si sa, vi invito nuovamente a fare un giro nella mia testa. Tutto in associazione all'essere qui solo in una stanza ad aspettarvi fino all'alba, voi strani esseri senza camice che chiamano "malati di mente". Ma spesso è solo un'etichetta appiccicata male. Partiamo dal titolo che si riferisce ad un versetto del profeta Isaia. Lì la notte è la schiavitù e l'oppressione. E chi può sapere davvero quando finirà? Il professor Guccini lo canta quel versetto "shomer ma mi-llailah" in lingua ebraica nell'omonima canzone. E lì il quesito è già più esistenziale, nella notte del nostro sopravvivere: "Ma ora capisco il mio non capire, che una risposta non ci sarà, che la risposta sull'avvenire è in una voce che chiederà:"Shomèr ma mi-llailah...""
Qui siamo a Torino e questa domanda è riecheggiata alla fine del secolo scorso (fa effetto dirlo, no?) nel romanzo di Fruttero e Lucentini "
A che punto è la notte?" dove il Male camminava tra noi sotto la Mole, e grazie al mitico Nanni Loy ci siamo goduti le immagini di un magistrale film televisivo. La mia testa gira ed associa. La tragicamente sciolta società F&L per i tipi di Einaudi curò nel 1992 un' antologia della fantascienza che ebbe talmente successo da essere oggi fuori catalogo (incredibile! io quel libro l'ho divorato). E tra le storie in quella raccolta c'era un breve e folgorante racconto dal titolo "Sentinella" di Fredric Brown che in realtà è l'origine di tutto lo sproloquio che sto facendo. Un racconto di una sola cartella che trovo sempre bruciante ed attuale. E l'immagine l'ho rubata al papà degli ossessivi, Stanley Kubrick, e al monolito di "2001 odissea nello spazio". Il racconto che l'ha originato si intitola appunto "La sentinella" ed è di Arthur C. Clarke, anziano ometto di cui ometto indiscrezioni sessuali che in passato furono fatte.


Il cerchio si chiude laddove il monolito nero si infrange. Nel mistero della nostra mente insonne, nel territorio sconfinato sito due centimetri dietro la nostra fronte e - non me ne voglia il papà di "Scientology" Ron Hubbard - ancora ampiamente sconosciuto.


Buon non riposo, sentinella!


UPDATE del 6/01 (seconda notte consecutiva lavorata).
Niente parole. Solo un'immagine che è un ricordo e una necessità. Titolo: Sequenza.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

vedo che i bicchieri sono tutti rigorosamente vuoti! Ti eri già scolato tutto??

Vitalux ha detto...

Era la fine di un ottimo pasto in una delle più antiche bierstube di Vienna...

Luke Sky Berther ha detto...

grandioso, alla fine tutto torna. Anche questo pezzo è completo, anche se mi sfugge l'etichetta alcohol-punk

Vitalux ha detto...

Punk poco ma alcohol molto...
per sopravvivere.

Anonimo ha detto...

breve e folgorante non posso darti torto... l'ho letto più volte identificandomi in quello sempre all'erta con il fucile pronto, lontano xmila anni luce da casa... desolante... magari proprio questo il senso del mio personale rigirarsi in quelle notti 'che non è dormire...
'che magari ad abbassar la guardia ti scopri una di quelle creature troppo schifose... con quella pelle d'un bianco nauseante...terminabili... quando invece ti pensavi invincibile...
chissà che notte sarà...
capisco il perchè dell'alcohol. tanto però.
b.

Anonimo ha detto...

Stea,
alla fine ho fatto presto...comunque grazie
Capitana

Anonimo ha detto...

senti nella, sai dirmi quando è calato il sole su codex?

Anonimo ha detto...

Non mi vuoi più bene????

Vitalux ha detto...

Maldi, non dire stupidate.
Frequento poco, tutto qui.